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Fermo: Ortezzano: Pane Pizza e Dieta mediterranea. Evento dei Borghi aperti alla Cultura

Ieri, venerdì, nuovo appuntamento de I Borghi aperti alla Cultura.
Di scena una fornaia, un pizzaiolo e un medico.
Ampia partecipazione di pubblico ad Ortezzano

La fornaia – noi diremmo “la fornara” – ce la immaginiamo in carne, robusta, anche un po’ imperiosa. Poi vediamo il quadro di Raffaello e cambiamo idea. Poi, di nuovo, incontriamo Lorenza Roiati e la “fornara” immaginata svanisce. Lorenza è giovane, alta, buona dialettica. E, per il caso nostro, è fornaia a tutti gli effetti e proprietaria di un forno. Il nome la dice lunga su chi sia lei. Assalto ai forni richiama Manzoni, ma lo scrittore non c’entra. C’entra invece proprio lei, decisa e immediata, spontanea e con il gusto del rischio: capace di gran salti e di… assalti. Laureata in chimica, prima cuoca, poi pizzaiola, poi fornaia. Da Milano a Roma, dalla Capitale ad Ascoli Piceno, sua città natale. Dopo il terremoto, il capoluogo è un deserto. Si fugge dal centro. Lei no. Sceglie proprio il centro: piazza Arringo. Ottiene dalla famiglia uno spazio di 20 mq. E inizia far pani. E che pani! No al lievito di birra, sì, decisamente, alla pasta madre! E per le farine, solo i grani macinati a pietra. Il forno funziona e anche i piccoli agricoltori del luogo ne ricevono beneficio. Senza parlare della clientela. Gambero rosso le attribuisce il premio delle 3 Pagnotte.Da dx: D’Erasmo, Siliquini, Roiani  Dal pane alla pizza. Tocca a Marcello D’Erasmo, un monumento vivente di pizzaiolo italico, anzi napoletano pur non essendo partenopeo: è di Ortezzano dove si trova la sua rinomata pizzeria Mamma Rosa.Da ragazzo lavora presso la trattoria dei genitori. Quindi la prima svolta: sotto le armi conosce un pizzaiolo napoletano che lo prende a lavorare alla mensa ufficiali e gli rivela i segreti di quella pizza rinomata nel mondo. E lui impara impara e impara ancora. Come si dice: impara l’arte e mettila da parte. Sì, perché il nostro, finito il militare, torna a casa, salda le pendenze della famiglia e, nuova svolta professionale, diventa… fotografo. Negozio, sala posa, laboratorio, allestisce tutto in poco tempo. 10 anni di attività. L’alluvione del 1999 però travolge la struttura e la sua professione. Così, Marcello torna agli antichi albori: pizza e solo pizza, napoletana è meglio, ma a modo suo. Le sue mani fanno faville. È un dono, se lo riconosce senza vanagloria. Usa farine particolari, chiede ai piccoli produttori della Valdaso, mette su un circuito di genuinità. Se ne accorge un giornalista napoletano in transito. È il 2010. «Squisita questa pizza! Lei dovrebbe partecipare al campionato europeo di Napoli». Detto e fatto: Marcello va e raggiunge il secondo posto. Ora ci ha preso gusto. Va a Parigi, ad un altro campionato internazionale. Porta in auto vongole, cozze e prodotti nostrani. La sua pizza s’impone: primo assoluto. E, visto che c’è, torna a Napoli, per un altro campionato. E stavolta sale sul podio più alto. Ora ha due locali: a Ortezzano e a San Benedetto del Tronto. Collaboratori: 28, compresi i famigliari.Collaboratori dei Borghi aperti alla cultura Terza voce è Lando Siliquini, medico, scrittore e presidente del Laboratorio Piceno della Dieta mediterranea. Pane e pizza? Massì, ne parlavano anche le Tavole Eugubine. Era il cibo degli Umbri/Piceni. Il frumento è una delle tre gambe, insieme alla vite e all’ulivo, della Triade mediterranea. Siamo in piena Dieta mediterranea.Questi tre interventi, che abbiamo sintetizzato, sono stati fatti ieri pomeriggio a Ortezzano, nella sede di Turis.Marche nell’ambito del progetto Borghi aperti alla cultura. Tante le persone presenti, tra cui i sindaci donna di Altidona (Giuliana Porrà), e Ortezzano (Carla Piermarini) insieme all’assessore alla cultura.I relatori con il sindaco Piermarini Ad intervistare il trio insieme al sottoscritto c’era il direttore di VivereFermo Lorenzo Bracalente.Dopo gli interventi degli invitati e del pubblico, il secondo momento è stato “glorioso”. Ed è stato un assalto ai forni, con un pane commovente ed un olio altrettanto. Il pane declinato in versioni diverse. Da creare dipendenza. Quella buona.Sabato 30 novembre 2024Puoi commentare l'articolo su Vivere Fermo


Adolfo Leoni