
Export marchigiano in calo nel I trimestre 2025
Il dato di export relativo al primo trimestre 2025 (gennaio-marzo 2025) mostra per lâItalia una crescita tendenziale dellâexport in valore del 3,2%.
Il risultato è sintesi di dinamiche territoriali differenziate: le vendite allâestero aumentano per il Centro (+7,9%) e il Nord-est (+1,6%), sono pressoché stazionarie per il Nord-ovest (-0,2%), mentre flettono per le Isole (-9,7%) e il Sud (-2,2%).Le Marche chiudono il I trimestre 2025 con un calo dellâ11,6% (-30,7% nel 2024) rispetto allo stesso periodo del 2024, con flessioni generalizzate tra tutti principali settori. Positive invece le performance allâexport dellâalimentare, dei prodotti in metallo, degli apparecchi elettrici e delle altre industrie manifatturiere, inclusi i giocattoli. Ancora un calo evidente per il settore farmaceutico, che perde circa 100 milioni di esportazioni, e per la cantieristica navale, che contabilizza circa 80 milioni di fatturato in meno rispetto al primo trimestre 2024.Al netto del Pharma e della cantieristica navale, la flessione delle Marche si attesta al 7,7% (-5,0% nel 2024).A livello geografico, crescono le esportazioni verso lâAfrica, mentre le vendite risultano in calo verso le principali aree. Una negatività contenuta verso lâAsia, più marcata verso lâEuropa e il Nord America, aree interessate dal permanere di elevata incertezza e instabilità derivante dalle tariffe statunitensi e dal protrarsi delle situazioni di conflitto in Europa.Analizzando il dato per ogni provincia, cala del 13,4% lâexport di Ancona, con risultati positivi soltanto per lâalimentare, la chimica e alcuni comparti della meccanica; segno meno dellâ8,1% per Pesaro Urbino, con un calo del mobile (-11,3%) mentre crescono numerosi comparti (legno, carta, chimica e farmaceutica, gomma e plastica, prodotti in metallo e apparecchi elettronici). La flessione più contenuta delle esportazioni è quella di Macerata (-3,5%), con cali diffusi in tutti i principali settori e una flessione appena più contenuta della media provinciale per le calzature (-2,1%). Più evidente il calo dellâexport in provincia di Fermo (-10,8%), in particolare per le calzature (-13,1%). La negatività più netta ad Ascoli Piceno (-19,8%), con un risultato positivo per lâalimentare e alcuni comparti della meccanica non sufficiente, tuttavia, a compensare il calo importante della farmaceutica (-25,3%).âPur trattandosi di una fotografia limitata al trimestre, registriamo una riduzione sensibile delle esportazioni in apertura di 2025. Dati da monitorare comunque nei prossimi mesi, anche in relazione allâandamento nazionale â commenta il Presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali. Necessari quindi adeguati strumenti di politica industriale per il rilancio dell'industria, come sollecitato anche dal Presidente Orsini. Le regioni in transizione, come le Marche, hanno bisogno di strumenti adeguati per sostenere la loro competitività e valorizzare gli elementi di forza. Il potenziamento dellâexport, in particolare del numero di esportatori abituali, è possibile se possiamo competere ad armi pari su alcuni fattori cruciali come costi energetici e logistica. à fondamentale diversificare i mercati e investire nell'innovazione per rendere i prodotti unici e riconoscibili e per incrementare il valore aggiunto delle produzioni. Cruciale una coerente pianificazione degli interventi di accompagnamento delle imprese sui mercati internazionali, specie nellâattuale scenario. In questo contesto, aggiunge il presidente Cardinali âlâamplificarsi della crisi in Medio Oriente rappresenta una ulteriore criticità di cui andranno capiti evoluzione ed impatto sulle nostre imprese.Puoi commentare l'articolo su Vivere Marche
Confindustria Marche